3 Dicembre 2024 - 18:40
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Glossario e trucchi per scattare foto come i professionisti
Obiettivi:
all'interno dell'obiettivo sono situate una o più lenti con particolari caratteristiche ottiche che a seconda del numero, delle dimensioni, della distanza e dei materiali costruttivi, ne modificano le prestazioni in termini di qualità e di resa.

Lunghezza focale (es. 50mm oppure 28-135mm):
senza entrare nei tecnicismi, la lunghezza focale di un obiettivo, corrisponde all'atto pratico alla dimensione del campo visivo che potremo riprendere con un singolo scatto.
50mm di lunghezza focale corrisponde a una visuale pari a quella reale.
Di conseguenza, con misure inferiori a 50mm vedremo rimpicciolirsi i soggetti presenti nell'immagine ma aumenterà il campo visivo per cui gli obiettivi verranno definiti "grandangoli", mentre con misure superiori a 50mm verranno definiti "teleobiettivi" poichè potremo ingrandire molto i soggetti lontani, ovviamente restringendo il campo visivo.
Sul mercato esistono obiettivi a focale fissa (quello con un solo numero tipo 50mm), oppure zoom con focale variabile (es. 28-135mm), che possono passare da misure grandangolari a misure da teleobiettivo.

Luminosità (es. f/2.8 oppure f/3.5-5.6) :
Indica la quantità di luce che l'obiettivo lascia passare.
Più piccolo sarà questo valore e più sensibile e quindi performante sarà l'obiettivo.
Fate attenzione però: un valore di luminosità elevato non significa che l'obiettivo non possa scattare fotografie con poca luce o che sia di scarsa qualità.
Significa solamente che per fare la stessa foto a parità di luce, un obiettivo con il numero "maggiore" di luminosità, richiederà più tempo nell'esposizione (scatto), della foto.
Potrebbe quindi essere necessario utilizzare un cavalletto per evitare di scattare una foto "mossa".

Tempo di esposizione (o tempo di posa):
viene regolato da un dispositivo meccanico oppure elettronico denominato "otturatore" che funziona un pò come le nostre palpebre e che in pratica blocca il passaggio della luce fino al momento dello scatto per poi aprirsi per un periodo di tempo ben definito, che dipende dalla quantità di luce disponibile e dalla sensibilità del sensore.
Il periodo di apertura dell'otturatore prende il nome di "tempo di esposizione o di posa" e la sua lunghezza è direttamente proporzionale alla quantità di luce che colpisce il sensore. Un tempo doppio darà il doppio della luce e perciò un'immagine molto più chiara, viceversa per un tempo di posa dimezzato, ridurrà della metà la luminosità e l'immagine risulterà molto più scura.

Diaframma:
E' l'esatta riproduzione meccanica dell'iride umano.
Per comprenderne il funzionamento, pensiamo al nostro occhio. Con tanta luce l'iride si chiude per ridure la luminosità, mentre con poca luce, l'iride tende ad aprirsi per lasciar passare più luce possibile.
In fotografia, l'apertura e la chiusura del diaframma è complementare e inversamente proporzionale al tempo di esposizione (scatto).
La stessa foto potrà essere scattata con un diaframma piccolissimo e un tempo di esposizione elevato, oppure con un diaframma apertissimo e un tempo di esposizione brevissimo.
La differenza tra queste due foto non sarà quindi nella luminosità o nella qualità dell'immagine ma bensì nell'eventuale profondità di campo.
Avete presente quelle foto dove il soggetto in primo piano è a fuoco mentre lo sfondo è completamente sfuocato?
E' possibile scattare la stessa identica foto con soggetto e sfondo completamente a fuoco.
Se vorrete tutto a fuoco, dovrete chiudere al minimo il diaframma (valore grande tipo f/20) allungando al massimo il tempo di esposizione (scatto, es. 1/30).
Se invece vorrete ottenere l'effetto dei "campi sfuocati", dovrete scattare esattamente al contrario di prima e cioè con diaframma apertissimo (valore piccolo tipo f/2,8) e tempo di esposizione (scatto), brevissimo (es. 1/250sec).
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Sensibilità ISO o ASA (sono la stessa cosa):
Nella fotografia analogica, si usano pellicole 100 o 200 ISO-ASA per le foto normali diurne e 400 o 800 ISO-ASA per scattare foto notturne senza flash.
La differenza consiste che maggiore sarà il numero degli ISO-ASA e maggiore sarà la sensibilità della pellicola/sensore digitale a discapito però della definizione che risulterà ovviamente "sgranata" in maniera più o meno evidente a seconda della foto scattata.
In pratica, se fotografiamo una stanza buia illuminata con una sola candela, con una sensibilità di 100 ISO, il tempo di scatto potrebbe essere molto lungo tipo 2 secondi.
Se la stessa foto la scattiamo con un ISO 1600 (alcune macchine digitali arrivano anche a 3200 ISO), il tempo di esposizione sarà sicuramente inferiore tipo 1/6 o 1/15 di secondo.
Ma a noi che ci può servire?
Pensiamo di andare a una festa in discoteca, oppure di assistere a una balletto a teatro (dove notoriamente c'è poca illuminazione e molto movimento), senza però poter utilizzare il Flash.
Con la sensibilità bloccata a ISO 100, considerando la scarsa illuminazione, la macchina messa in modalità automatica, aprirà al massimo il diaframma per far passare più luce possibile e allunghera molto i tempi di esposizione per riuscire a catturare la giusta quantità di luce.
Ovviamente con tempi di esposizione lunghi, tutti i soggetti verranno sfuocati.
Per ovviare a questo inconveniente senza dover utilizzare il flash, si può aumentare la sensibilità ISO del sensore, che vi consentirà di diminuire i tempi di esposizione (proprio perchè il sensore è diventato più "sensibile"), permettendovi di ridurre la sfuocatura data dal movimento dei soggetti.
Impostare sensibilità ISO molto alte durante le foto diurne non vi servirà a nulla e perderete solamente molta definizione dell'immagine.
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11/05/2006 | Commenti (0) | Visite (16.024)
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