Ero molto scettico se scrivere o meno questo articolo in quanto sul fenomeno mediatico causato dalla pubblicazione del libro di Dan Brown, "Il Codice Da Vinci", a mio avviso sono state spese già troppe parole in tutti i sensi.
L'incontenibile desiderio di "riflessione" ha però prevalso in me e le parole si sono magicamente materializzate sullo schermo.
Partiamo alla "lontana".
Dan Brown, di cui non voglio approfondire origini e curriculum, pubblica il Codice Da Vinci che diventa misteriosamente il libro più venduto al MONDO in pochissmo tempo.
All'epoca dell'uscita del libro, ricordo ancora valanghe di persone, amici e conoscenti, che sembravano tutti impazziti alla ricerca del mitico manoscritto...
Chi lo aveva letto vomitava elogi e commenti positivi, quasi mistici su questa opera che pareva l'unica pubblicazione decente da leggere.
In quel periodo TUTTI parlavano del Codice Da Vinci. La televisione proponeva programmi che andavano ad analizzare ogni singola riga di testo... Esperti dibattevano sulle implicazioni religiose e sulle possibili influenze negative che questo libro avrebbe potuto avere sulla massa.
Non parliamo poi quando venne annunciato che sarebbe uscito il Film...
Passa il tempo e arriviamo al mese precedente all'uscita dela pellicola cinematografica.
Mosso da curiosità scientifica, prendo la decisione di leggere il tanto osannato libro PRIMA di vedere il film.
Vi premetto che non avevo alcun tipo di preconcetto sull'opera ne tantomeno sugli argomenti trattati.
Finisco il libro rimanendo basito su più punti...
Primo tra tutti, l'incredibile è a mio avviso INGIUSTIFICATO putiferio scatenato sulla questione religiosa...
Giuro che dopo quello che mi avevano premesso, pensavo di leggere il libro di Satana in persona che veniva a spiegarci scientificamente che Gesù non era quello che pensavamo e che Dio non esiste.
Si, il libro si basa su una più o meno azzardata teoria che presenta Gesù e i fondamenti della religione Cristiana in un modo differente da quello che ci hanno insegnato da sempre...
Io però parto dal presupposto che essendo un libro di fantasia, qualsiasi cosa scritta, se proposta con criterio, possa essere interessante...
Per me quindi la questione "religiosa" non esiste... Anzi, ho trovato il dialogo tra il protagonista Robert Langdon sostenitore dei consueti fondamenti cristiani e l'amico nonchè storico Sir Leigh Teabing che sosteneva l'azzardata teoria del Gesù "mortale", la parte più vivace e interessante del libro.
Ma allora l'inghippo dove sta?
In tutto il resto del manoscritto, mi sono ingarbugliato nella trama volutamente intricata piena di enigmi e di contro enigmi e di contro-contro enigmi di cui, sinceramente, arrivati a metà libro, ero già molto sazio.
A me piacciono i thriller, mi piacciono gli enigmi e mi interessano anche i colpi di scena... ma ragazzi in questo casoci troviamo davanti a 37.000 rebus di cui almeno 36.990 ce li potevano evitare.
Nella parti finali sono riuscito anche ad addormentarmi cullato dal garbuglio di enigmi.
Sapete che qui non si danno giudizi sul bello o sul brutto di un determinato argomento. Qua riflettiamo e basta per una libera scelta personale.
Al termine della lettura ho avuto la sensazione di aver avuto a che fare con un libro mediocre-discreto come tantissimi altri più o meno interessanti.
Apprezzo moltissimo il genio che ha inventato la strategia di marketing legata all'uscita del Codice Da Vinci sia libro che film.
Ah, già... dovevo ancora vedere il film...
Ovviamente vado alla proiezione della pellicola MOLTO prevenuto visto che il libro non mi aveva fatto urlare al miracolo e la mia titubanza viene purtroppo ampiamente confermata.
Pur con tutti i limiti descrittivi e temporali che un film ha nei confronti di un libro, il regista Ron Howard, (quello di Apollo 13, per intenderci), è stato molto bravo a riprodurre così fedelmente le complicatissime situazioni da riuscire a farmi addormentare negli stessi punti in cui mi ero assopito leggendo il libro.
Gli attori del film con in testa Tom Hanks, sembrano tutti fuori posto e non hanno carisma.
L'unico interessante è il personaggio di Silas interpretato dal magnifico Paul Bettany che però da solo non basta a mantenere alta la qualità della sceneggiatura.
All'uscita del cinema ho vissuto una strana situazione... Il pubblico era molto silenzioso e con la testa bassa. Sembrava che fosse giunta a tutti la stessa brutta notiza.
Nessuno ha detto nulla e io men che meno visto che non volevo fare la parte dell'eversivo.
Dopo pochi giorni dall'uscita del film, ho saputo che in molti cinema multisala, avevano spostato la pellicola in sale "minori".
Forse la gente "silenziosa", arrivata a casa ha iniziato a "parlare".
Piccola nota tecnica sul doppiaggio Italiano.
Trovo molto bizzarra e al limite del fastidioso la scelta di aver doppiato i personaggi francesi con un chiaro accento transalpino che li rende ridicoli e poco credibili.
Ho trovato completamente fuori posto con una voce impostata e quasi fastidiosa, anche Roberto Chevalier che da sempre doppia Tom Hanks.
Ultimamente capita sempre più di frequente che per film importanti si azzardino scelte di doppiaggio molto opinabili.
Che stiano cambiando le gerarchie e i poteri del doppiaggio giù a Roma?
In conclusione,tornando all'argomento principale, penso che sia il libro che il film, debbano essere presi in considerazione almeno per comprendere e apprezzare l'incredibile lavoro di marketing che è stato fatto su questo prodotto.
Dan Brown è stato bravissimo e trattare argomenti religiosi "sensibili" alla massa che gli hanno permesso di raggiungere risultati commerciali veramente incredibili.
Però ragazzi... quanto mi manca Indiana Jones!!!